Indice dei contenuti
- 1 Cosa è meglio non fare
- 2 Cosa è importante poter dimostrare
- 3 L'importanza del garante
- 4 Una soluzione rapida e possibile: il prestito veloce
- 5 Come richiederlo
- 6 Categorie interessate
Oggigiorno, lavorare con un contratto a tempo indeterminato è una condizione sempre più rara: lavoratori di tutte le età e in tutti in settori di attività sono inquadrati, in misura sempre crescente, in base a contratti a termine o addirittura a progetto.
Questa condizione può fare il paio con quella di trovarsi ad avere bisogno di un supplemento di liquidità – vuoi per realizzare finalmente un progetto di vita, vuoi per un acquisto importante (l’auto, la moto, una strumentazione professionale), fatto in completa autonomia, vuoi ancora per una spesa imprevista (una grossa riparazione, un’esigenza legata alla salute) – e di scontrarsi con la resistenza di istituti di credito e finanziarie a erogare prestiti a chi non possa dimostrare una solidità economica, evidente e garantita, prolungata nel tempo.
Chiedere un prestito anche con un contratto a tempo determinato, tuttavia, è difficile ma non impossibile. Soprattutto se si tratta di un prestito veloce, ovvero un finanziamento erogato in tempi molto rapidi e senza garanzie, ovviamente per somme contenute e con intervalli di rientro brevi e solitamente inferiori alla durata del contratto stesso.
Vediamo, comunque, di procedere con ordine, occupandoci prima della possibilità di concessione di un prestito e poi di quella di un prestito veloce.
Cosa è meglio non fare
Va innanzitutto compreso che l’esito di una richiesta di finanziamento è legato strettamente al cosiddetto profilo creditizio del richiedente. Ciò significa che la banca o finanziaria cui ci si è rivolti accederà a un database stilato dalle Centrali di Rischio, ovvero da un sistema pubblico/privato in grado di dare informazioni sull’indebitamento della clientela verso gli erogatori di credito, allo scopo di scoprirne la “storia”.
Può darsi, infatti, che il richiedente non abbia mai chiesto un prestito, oppure abbia in corso prestiti regolarmente pagati o ancora che sia collegato a prestiti, presenti o passati, con disguidi o ritardi nei pagamenti.
Soprattutto in quest’ultimo caso, inoltrare numerose richieste a banche e finanziarie diverse sperando che, prima o poi, qualcuno si dimostri un po’ più accomodante e comprensivo è la prima cosa da evitare. L’accumulo di segnalazioni e controlli contribuirà a penalizzare il profilo, aumentando la probabilità che le domande vengano respinte.
Benché qualche ulteriore possibilità esista, oggi, anche per chi dovesse risultare “cattivo pagatore”, è tuttavia importante cercare di avere alle spalle uno storico il più possibile “pulito” ed esente da comportamenti che potrebbero farci figurare come inaffidabili.
Anche la coesistenza di più impegni finanziari in corso, benché regolarmente rimborsati, potrebbe far decidere per il no: troppi prestiti in essere, infatti, aumentano il rischio che un ulteriore impegno non venga onorato. Cerchiamo perciò di valutare attentamente se davvero abbiamo bisogno di aprire una nuova posizione debitoria e se saremo in grado di gestirla, senza confidare troppo sulla possibilità di un consolidamento dei debiti che riunisca tutti i pagamenti in un’unica rata mensile.
Cosa è importante poter dimostrare
Il secondo aspetto che l’Ente erogatore valuterà è la nostra situazione reddituale che potrà essere dimostrata esibendo le ultime buste paga o l’ultima CU (la Certificazione Unica che, dal 2015, sostituisce il “vecchio” CUD anche per i lavoratori dipendenti).
È evidente che una continuità e una buona consistenza del reddito, anche in assenza di tempo indeterminato, rappresenteranno dei punti a favore.
La “debolezza” di un profilo, infatti, sarà data dalla compresenza di più fattori critici: uno è il tempo determinato in sé, certamente però aggravato da un’assunzione troppo recente (alcune banche chiedono almeno sei mesi dal momento dell’assunzione), da un’entrata troppo bassa in assoluto (sulla quale sia difficile scorporare quote fisse come nel caso della cessione del quinto) o da frequenti intervalli di disoccupazione.
L’importanza del garante
Qualora la situazione creditizia e reddituale non appaiano sufficientemente solide – e sempre ricordando che parliamo di ottenere un prestito di una certa entità – diventerà fondamentale poter ricorrere a una figura esterna che ci affianchi in qualità di garante o fideiussore.
Può trattarsi di una persona fisica – un parente, un convivente, un amico – ma anche di una persona giuridica – una società, una fondazione, un’associazione – che accetti di “assicurare” il rimborso delle rate e quindi il saldo del debito qualora il richiedente non possa provvedervi di persona. È chiaro che l’affidabilità creditizia del garante deve essere comprovata, risultando preferiti dipendenti a tempo indeterminato o pensionati con buon profilo reddituale.
Con la firma di un buon garante anche un lavoratore con contratto a tempo determinato potrà chiedere e ottenere un prestito, persino per somme importanti e con piani di rientro prolungati nel tempo e non condizionati dalla durata del proprio contratto.
Vale la pena di segnalare che sia il richiedente che il fideiussore possono sostenere la richiesta di un prestito anche mediante rendite esterne al reddito da lavoro o con la proprietà di beni patrimoniali. Si parlerà allora di prestiti a pegno o di prestiti ipotecari, per l’ottenimento dei quali si potranno dare in garanzia beni mobili o immobili di sicuro valore.
Una soluzione rapida e possibile: il prestito veloce
Il primo e più importante fattore preso in considerazione dagli Istituti di credito al momento di erogare un prestito veloce è il rapporto rata/reddito che viene considerato un buon indice della capacità del richiedente di restituire il prestito. Quindi, al momento della richiesta, bisognerà tenere presente che la restituzione preveda delle rate che siano il linea con il reddito percepito rapportato alla sua durata prevista.
A differenza dei prestiti classici, il finanziamento veloce eroga, dunque, somme di denaro di cui si possa calcolare la restituzione con le garanzie in essere al momento della richiesta.
I prestiti veloci vengono anche definiti personali, poiché non è necessario specificare per quale acquisto si ha la necessità di ottenere la liquidità.
Come richiederlo
Per poter richiedere un prestito veloce bisogna compilare, sottoscrivere e presentare – direttamente in banca, in posta o in finanziaria – un modulo dove oltre ai dati personali (carta d’identità, codice fiscale, ultime dichiarazioni o buste paga ed eventuale contratto di lavoro) bisogna precisare l’importo desiderato e ipotizzarne un piano di restituzione.
Dopo aver inviato la richiesta di finanziamento, l’Ente creditizio verificherà che il richiedente non abbia nessun protesto in corso, non sia stato segnalato come cattivo pagatore e non vi sia il rischio di sovraindebitamento.
In caso di verifica positiva, il prestito verrà erogato entro 24-48 ore e contemporaneamente verrà stilato il piano di rientro.
Negli ultimi anni, per andare incontro alla richiesta crescente, sono stati creati molti servizi per ottenere prestiti veloci online, in breve tempo e senza fornire garanzie. In alcuni casi è possibile ottenere della liquidità in tempi inferiori alle 24 ore, anche per tutte le categorie che non hanno un reddito dimostrabile.
Va tuttavia ricordato che il piano di rientro, stilato con altrettanta rapidità e piuttosto serrato, richiederà che lo si rispetti rigorosamente e che si sia perciò molto obiettivi sulla effettiva possibilità di restituire quanto ottenuto.
Categorie interessate
Sul mercato esistono tipologie di prestiti veloci espressamente dedicati proprio a loro, in cui l’anzianità richiesta è ridotta al minimo (talvolta soli due mesi).
I lavoratori precari, poi, possono vedere aumentata la probabilità di ottenere un finanziamento veloce ricorrendo alla già citata “cessione del quinto” calcolata su uno stipendio a termine ma sicuro. La rata verrà trattenuta direttamente sulla busta paga a condizione di non superare il 20% dello stipendio e che la durata del piano di rimborso sia vincolata a quella del contratto di lavoro.
Poiché una delle principali garanzie, in questo caso, è la stabilità del datore di lavoro, oltre agli insegnanti e ai dipendenti pubblici risulteranno favoriti i dipendenti di grandi società.
Si segnala da ultimo che sono proprio i lavoratori a tempo determinato a doversi preoccupare di sottoscrivere, contestualmente al piano di finanziamento, una polizza assicurativa rischio vita e impiego che tuteli famigliari ed eredi in caso di perdita del lavoro o di altri impedimenti, più o meno gravi, all’estinzione del debito nei tempi previsti.